sabato 13 ottobre 2012

Dialogo tra Stefano ed Egle dopo la guerra


“Egle, non sembri più tu.”

“Sono io, sono io invece, ti sbagli. Forse sarò invecchiata.
Sette anni non sono pochi e poi trascorsi lontano da te.
E la guerra. La guerra che ci ha lasciato mani ancora più vuote …”

Appoggia la fronte sulla mano destra e piange.

“Che piango a fare! Sei qui ora e la guerra è finita!”

“Nonostante gli anni sei sempre bella, anzi, sembri più bella di prima. Sarà la vita trascorsa che ha aggiunto alla tua bellezza un fascino che non avevi prima, amor mio.
Una bellezza sfuggente. Sì … Che mi sfugge.”

“Il tempo sfugge Stefano. Soprattutto quello strappato, rubato, quello che mai verrà restituito … E noi ci amavamo così tanto. Tanto, tantissimo. Avrei voluto farmi piccina per entrare nel tuo cappello da ufficiale quando alla stazione lo sventolavi per salutarmi, mentre il Capotreno vi ordinava di salire. 
Con un tono violento... violento come il nostro distacco.”

Esita.

“Hai ragione tu Stefano, non sono più io.”

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