domenica 29 novembre 2009

DIALOGO DI UN CIECO COL SUO BARISTA

La scena si apre in un bar. Il barista è affaccendato a pulire con uno straccio il bancone e a spillare birra. Dall’altro lato del bancone c’è Il Cieco seduto su uno sgabello. Ha una giacca ocra e sotto una camicia. Seduta dietro di lui c’è La Vista, anch’essa seduta su uno sgabello con le spalle adiacenti al Cieco. Finché non interverrà nella conversazione sarà immobile con la fronte china e lo sguardo rivolto verso la sua stessa mano.
IL CIECO: ”L’ho vista oggi”
IL BARISTA: “Chi?”
IL CIECO: “Armida”
Il BARISTA: “Armida?!”
IL CIECO: “Sì. Armida”
IL BARISTA: “Dove?”
IL CIECO: “Stava nel negozio di cd alla stazione”
IL BARISTA: “E ci hai parlato?”
IL CIECO: “No, non ci ho parlato, mi sono nascosto dietro alla “Musica Popolare””
IL BARISTA: “Vuoi una birra?”
IL CIECO: “Chiara, doppio malto”
IL BARISTA: ”Che ci faceva nel negozio di cd?”
IL CIECO: “Credo volesse comprare”
IL BARISTA: “Oh… Per fortuna non le è venuta voglia di “Musica Popolare”, ragazzo!!”
IL CIECO: “No niente “Musica Popolare”… Bob Dylan, cercava tra i cd di Dylan.”
IL BARISTA: “Beh, buon gusto!”
IL CIECO: “Eh già”
IL BARISTA: “Quale ha comprato?”
IL CIECO: “Non ne ha comprati!”
IL BARISTA: (annuisce) “mmmh”
IL CIECO: “Voleva comprare”
IL BARISTA: “E tu che ne sai?”
IL CIECO: “Ha fatto scorrere tutti i cd di Dylan e poi non ha comprato niente”
IL BARISTA: “Forse già ce l’aveva o magari stava per perdere il treno”
IL CIECO: “Non ci sono treni a quell’ora, non che portino a casa di Armida per lo meno. No, non ha voluto comprare. Se n’è andata a passo deciso, sgomitando anche un uomo mentre usciva… Sì beh, non volutamente, credo”
IL BARISTA: “Beh Armida è pazza”
IL CIECO: “Sì, un po’ forse sì. E’ andata via arrabbiata comunque”
IL BARISTA: “Si eh?”
IL CIECO: “Sì boh, forse era triste”
IL BARISTA: “Ma non dici che ride sempre?”
IL CIECO: “Oh sì, basta che ride lei. Ride… Però questa volta mi è sembrata triste”
IL BARISTA: “Perché non l’hai salutata?”
IL CIECO: “Volevo prima vedere il cd su cui si era soffermata”
IL BARISTA: “Che cazzo di priorità ragazzo!”
IL CIECO: “Si eh? (ride) Eh eh…”
IL BARISTA: “La aspetti da una vita e quando la incontri, dai la precedenza al cd su cui si era soffermata?! (Ride sotto i baffi) Non è l’unica pazza Armida…”
IL CIECO: “Armida non è pazza. E’ solo che alle volte si muove ai margini della realtà che la intrappola”
IL BARISTA: “Intrappolata da cosa, scusa?!”
IL CIECO: “Intrappolata da quel che la realtà le offre”
IL BARISTA: (parla ironico) “Una realtà fatta di cd che non compra e di tipi strani che la spiano di nascosto dalla “Musica popolare”!(ride)E certo!”
IL CIECO: “Anche lei è una tipa strana”
IL BARISTA: “Secondo me è come le altre e basta invece!”
IL CIECO: (leggermente alterato) “Oh ma senti! So io com’è Armida. Io lo so. Non tu che servi birra dalla mattina alla sera!
IL BARISTA: “Ehi non agitarti! Calmati!”
IL CIECO: “Sì mi calmo ma non dirmi com’è Armida. Lei è una mia idea, è una mia storia, è una mia immagine”
IL BARISTA: “Oh beh… non credo che la ragazza del negozio di cd apprezzerebbe sentendoti”
IL CIECO: “Che c’entra quella ragazza?”
IL BARISTA: “Beh parli della sua immagine come se fosse la tua!”
IL CIECO: “Non sono certo fosse Armida”
IL BARISTA: “Potevi chiamarla e vedere se si girava. (guarda di lato, avvicina la mano alla bocca e fa il gesto di chiamare qualcuno. Gridando) Armidaaa!”
IL CIECO: “Non lo avrebbe fatto forse. Non si sarebbe girata. Neanche lei sa di esserlo”
IL BARISTA: “Oh sì che lo sa… Oh! Ma sciocchezze! Che lo sappia o meno a me che importa. Altra birra, ragazzo?”
IL CIECO: “Sì, una chiara. Doppio malto… (alza il tono della voce) Io so com’è Armida”
IL BARISTA: “Oh beh, l’hai anche cantata quella volta, ti ricordi quella volta?”
IL CIECO: “(sorride) Sì che me la ricordo"
IL BARISTA: “Sei entrato da quella porta completamente ubriaco. Addosso avevi il freddo dell’ inverno… (ride) ah ah! E gridavi” (parla gesticolando con lo straccio nella mano, lo lancia in alto e lo riprende) “Armida! Armida! Hai tirato fuori la chitarra e hai improvvisato quel motivetto su dei lei… Pazzo.”
IL CIECO: “Mi ha ispirato. L’avevo incontrata per la prima volta mentre cantava sotto la pioggia”
IL BARISTA: “Sì. E io ho pensato che Dio li fa e poi li accoppia”
IL CIECO: “Sì l’ho pensato anche io e poi era bella”
IL BARISTA: “Hai detto che lei era la più bella del mondo”
IL CIECO: “Sì lei è la donna più bella del mondo e la volta che l’ho vista cantare sotto la pioggia l’ho pensato sul serio”
IL BARISTA: “E ora cosa pensi?”
IL CIECO: “Non lo so”
IL BARISTA: “Perché l’hai fatta andare via?”
IL CIECO: (guarda fisso il barista e parla con tono fermo) “Non l’ho fatta andare via, se n’è andata”
IL BARISTA: “Perché non l’hai fermata dopo aver visto il cd?”
IL CIECO: “Perché era scomparsa”
IL BARISTA: “Scomparsa?”
IL CIECO: “Sì!”
IL BARISTA: “Sicuro di averla cercata bene?”
IL CIECO: (scocciato dalle insistenti domande) “Oh! Ti dico di sì!”
IL BARISTA: “Beh ragazzo, il negozio sta nella stazione centrale, è facile perdere di vista qualcuno nella stazione centrale”
IL CIECO: “Non l’ho persa di vista. L’ho solo fatta andare via”
IL BARISTA: “Cosa?! E perché, scusa?”
IL CIECO: “Perché non ero convinto fosse Armida!”
IL BARISTA: “Ma com’è possibile? Poco fa mi hai detto che l’avevi vista e ora…” (Il Cieco lo interrompe)
IL CIECO: (tono di voce alto) “E ora ho perso di nuovo ogni certezza. (tono di voce più basso) Un’altra birra. Chiara doppio malto”
IL BARISTA: “Non ti servirà bere”
(La Vista che fino a quel momento era stata immobile dietro di lui, si anima ed inizia a prestare ascolto alla conversazione)
IL CIECO: “A cosa?”
IL BARISTA: “A dimenticarla”
LA VISTA: (si gira verso il Barista) “Oh! Ma non beve per questo!”
IL CIECO: “Non bevo per questo!”
IL BARISTA: “E perché bevi allora, ragazzo mio?”
La Vista si alza e si sistema i vestiti. Nessuno può vederla e nessuno sembra poterla sentire.
LA VISTA: (si passa la mano sulla giacca per spolverarla un po’) “Oh ma per ricordarla, è ovvio!”
IL CIECO: “Per ricordarla”
BARISTA: “Ma che cazzo di bisogno hai di ricordarla se l’hai vista oggi e non l’hai fermata?”
La Vista gira intorno al Cieco.
LA VISTA: “Ma oggi era una che le somigliava!”
IL CIECO: “Non era lei oggi. Era diversa…”
LA VISTA: “Eccome!”.
IL BARISTA: “Che significa diversa, ragazzo? Nuove scarpe? Nuovo taglio di capelli?”
LA VISTA: “Grosso modo…”
IL CIECO: “Anche”
LA VISTA: “ Sì beh, non solo per quello. (si avvicina all’orecchio del cieco e gli sussurra) Diglielo!”
IL CIECO: “Sì beh…Era diversa. Non l’ho riconosciuta. Non era Armida”
IL BARISTA: “Era forse per i capelli?!”
LA VISTA: (con l’aria di chi la sa lunga) “Sì per i capelli ma non solo per quelli!”
IL CIECO: “Anche per quelli ma non solo per quelli”
LA VISTA: “Semplicemente non era lei!”
IL CIECO: “Non era lei per…” (La Vista lo aiuta a ricordare)
LA VISTA: (agitando la mano) ”Aveva quei capelli…”
IL CIECO: “Per i capelli!”
LA VISTA: (con tono deciso) ”e per le scarpe…”
IL CIECO: “E per le scarpe!!”
LA VISTA: ”E digli del cappotto, diglielo!!”
IL CIECO: “E per il cappotto nero!!”
IL BARISTA: “Oh, ragazzo ma che c’entra il cappotto e le scarpe, blateri come se fossi ubriaco e sei solo alla terza!!”
LA VISTA: “Sì magari! Vorresti esserlo, non è vero?”
IL CIECO: “Vorrei esserlo”
IL BARISTA: “Cosa?”
IL CIECO: “Ubriaco”
LA VISTA: (parla guardando il Barista) “Così forse la ricorderebbe…”
IL CIECO: “Almeno ricorderei meglio Armida”
IL BARISTA: ”Oh allora bevi un whiskey!”
LA VISTA: (gli fa il verso) ”Oh bevi un whiskey, bevi un whiskey”
IL BARISTA: “Così almeno la ricorderai o magari non ci penserai più!”
LA VISTA: “E’ chiaro che la ricorderà meglio così!”
IL CIECO: “Ti sbagli, vecchio, è proprio da ubriaco che non potrò mai dimenticarla. L’alcool me la fa ricordare bene”
(beve il whiskey)
IL BARISTA: “Tu non vuoi vederla, ragazzo! Tu bevi per dimenticare le tue disgrazie!”
LA VISTA: “Disgrazie! Ma che dice questo?!?”
IL CIECO: “Disgrazie? Quali?”
IL BARISTA: “Il fatto che Ingrid se ne sia andata”
IL CIECO: “Da dove?”
IL BARISTA: “Da te”
LA VISTA: (scuotendo la mano) “Oh… Ingrid, Ingrid… cercava in te l’impossibile!”
IL CIECO: “Continuava a cercare in me l’introvabile”
IL BARISTA: “Come tu continuavi a cercare in lei Armida!”
LA VISTA: “Ma in lei Armida c’era… un tempo per lo meno c’era…”
IL CIECO: “Ingrid un tempo era Armida. Un tempo lontano”
LA VISTA: (muove la mano e annuisce con sufficienza al Cieco) “Lontano lontano”
IL CIECO: “Non mi fa bene ripensarci”
LA VISTA: “E non pensarci allora!”
IL CIECO: “E’ Armida che voglio ora” (beve) “Lasciami ricordare in pace.”
IL BARISTA: “L’hai vista oggi, non hai bisogno di ricordarla!”
LA VISTA: “ Uuuh! Che noia! Non era lei!”
IL CIECO: “Oggi non era lei... non era lei ti dico!"
(contemporaneamente LA VISTA E IL CIECO)
IL CIECO: “Non l’hO riconosciuta!”
LA VISTA: “Non l’hA riconosciuta!”.
IL BARISTA: “Ma che significa?”
LA VISTA: “Digli degli stivali…”
IL CIECO: “Non aveva gli stivali da folletto”
IL BARISTA: “Vuoi dire quegli osceni stivali color azzurro cielo di cui parli? Beh forse meglio così, no ragazzo?”
LA VISTA: (guardando indispettita il barista) “No! Meglio un corno!”
IL CIECO, LA VISTA: “Non era Armida!”
IL CIECO: “Non era lei. Lei non avrebbe mai abbandonato quegli osceni stivali. Solo con quelli si sentiva se stessa”
LA VISTA: (con aria saccente) “E’ questione di identità barista…”
IL BARISTA: “Non ti capisco ragazzo”
LA VISTA: (alzando gli occhi al cielo) “Ahhh! Lui sembra più cieco di te quando non ci sono io!”
IL CIECO: “Non era lei Cristo! Se ti dico che non era lei, non era lei! Non mi capisci allora?!”
LA VISTA: (guarda in terra con un tono malinconico) “Pochi sapranno capirti…”
IL CIECO: “Parlo arabo?”
IL CIECO, (muove la mano su e giù per accompagnare meglio le parole) LA VISTA: “Non era Armida!”
IL CIECO: “Armida ride sempre, Armida non può essere triste e sempre Armida non porterebbe i capelli a caschetto! Lei li ha lunghi” LA VISTA: “lunghi”. IL CIECO: “lunghi, lunghi sulle spalle. Le cadono sui suoi gilet” LA VISTA: “si i suoi gilet”. IL CIECO: “e porta sempre un paio di stivali azzurro cielo. Armida è così! E’ sempre stata così, quella di oggi non era Armida!”
IL BARISTA: “Ma hai detto tu che quella era Armida”
La Vista estrae dal taschino un fiore.
LA VISTA: (cantinelando mentre toglie i petali al fiore) “Era lei o non era lei era lei o non era lei. Non era lei!”
IL CIECO: “No che non lo era, per questo non l’ho fermata”
IL BARISTA: “Forse ti sei confuso”
IL CIECO: (esitante) “No, non credo…”
LA VISTA: “Oh ma sì che credi!”
(Il cieco immediatamente si rianima)
IL CIECO: “Oh ma sì che ci credo! Non poteva essere lei!”
LA VISTA: (guardando in direzione del pubblico con aria saccente) “Giust’appunto…”
IL CIECO: “Armida scende dal treno ridendo e ascolta la musica. Lei non urta la gente… non involontariamente per lo meno. Lei non esiterebbe mai davanti ad un cd di Dylan”
IL CIECO: “Lei lo compra, Cristo!”
LA VISTA, IL CIECO “Lo compra!”
IL BARISTA: “Ehi calmati ragazzo, calmati. Forse non era lei. Non era lei sicuro, non lo era”
IL CIECO: “Non l’ho riconosciuta, per questo non l’ho fermata. Nella mia immagine lei è un’altra”
IL BARISTA: “L’immagine nella tua testa è l’unica che ricordi, ragazzo, certo… è chiaro…”
LA VISTA: (con aria interrogativa) “Chiaro?!”
IL CIECO: “Perché mai dovrebbe essere chiaro?”
LA VISTA: “Nulla è mai chiaro, è chiaro!?”
IL BARISTA: ”Perché sei tu che l’hai creata”
(Contemporaneamente Il Cieco e La Vista)
IL CIECO: “Io?”
LA VISTA: “Lui?”
IL BARISTA: “Sì tu”
IL CIECO: “Ma che dici, devi essere pazzo!”
LA VISTA: (muove la mano e gira intorno allo sgabello del Cieco) “Pazzo, pazzo”
IL BARISTA: “No, ragazzo, il pazzo sei tu perché Armida non è mai esistita”
LA VISTA: (appoggia il gomito sul bancone e guarda fissa Il Cieco) “E ubriaco”
IL CIECO: “Ah ah… sei ubriaco spillatore!”
LA VISTA: “E tu digli dov’era un mese fa”
IL CIECO: “Ma se era qui un mese fa, era qui con me!”
IL BARISTA: “Non c’è mai stata”
IL CIECO: “Sei pazzo”
LA VISTA: (sussura nell’orecchio del Cieco) “Da manicomio!”
IL BARISTA: “Non sono pazzo, ragazzo e nemmeno tu” (con tono più deciso) Sei solo cieco”
LA VISTA: (guardando in direzione del pubblico) “O diversamente vedente!”
IL CIECO: “Ma che cazzo dici, spillatore di birra! Lei era qui un mese fa ed era come ti ho detto: aveva i suoi stivali azzurro cielo da folletto e i capelli lunghi” LA VISTA: “lunghi!” IL CIECO: “lunghi!”
IL BARISTA: “Oh sì ragazzo, perché lei è un folletto…” (Il cieco lo interrompe)
IL CIECO: “Non lo è! Lei non è un folletto, i suoi stivali sembrano quelli di un folletto… lei è… (Il Barista lo interrompe)
IL BARISTA: “Non è! Lei non è! Anzi potrebbe essere un folletto o qualsiasi altra cosa al mondo perché lei è una tua creazione e non c’è mai stata se non nella tua testa. Sei cieco se non lo vedi.”
LA VISTA: “Ma quale cieco! Ci sono io… Digli che Armida c’era, l’hai vista!”
IL CIECO: “Armida c’è, era qui!”
IL BARISTA: “No!”
LA VISTA: “ Digli che l’amavi”
IL CIECO: “Io l’amavo”
IL BARISTA: ”No! Tu non ne hai mai amata nessuna!”
LA VISTA: “Tu amavi Armida!”
IL CIECO: “Io amavo Armida!”
IL BARISTA: “No! Tu amavi un’idea, Armida è una tua idea, una tua storia, una tua immagine… (con tono più docile, tenta di farlo ragionare) lo hai detto anche tu!”
IL CIECO: “Armida esiste”
IL BARISTA: “Sì, nella tua testa”
IL CIECO: “Ho la sua immagine nella testa”
IL BARISTA: “Io non l’ho mai vista e tu passi qui tutte le notti, ragazzo”
LA VISTA: “Oh ma era qui”
IL CIECO: “Era qui, un mese fa, aveva gli stivali azzurro cielo”
LA VISTA: “E poi avete, avete…” (La Vista non riesce a terminare la frase che il Cieco irrompe)
IL CIECO: “Abbiamo fatto l’amore”
IL BARISTA: “Hai fatto l’amore con lei mentre spogliavi Ingrid. Era Ingrid quella che hai incontrato oggi. Hai fatto di Ingrid Armida per questo oggi l’hai vista andare via triste. Perché Armida non esiste!”
LA VISTA: “Esiste”
IL BARISTA: “Esiste nella canzone che le hai scritto, la trovi in ogni dove quando vai oltre ma lei non esiste, ragazzo!”
LA VISTA: “Oh ora basta! Ignoralo!”
IL CIECO: “Un’altra chiara doppio malto”
IL BARISTA: “Te la darò ragazzo ma smetti di credere che lei ci sia. Hai perso Ingrid per lei e perderai anche le altre e sarai infelice perché lei non c’è”
LA VISTA: “E ‘sti cazzi delle altre!”
IL CIECO: “Non me ne frega un cazzo delle altre”
LA VISTA: (grida) “Dacci un’altra birra!”
IL CIECO: (grida) “Che aspetti a darmi un’altra birra?!”
(Si sentono suonare dei campanellini. Il Cieco e La Vista si girano verso la porta e vedono Armida. In verità non entra nessuno. Il Barista vede il Cieco parlare da solo e sorride scuotendo la testa)
IL CIECO: “Ehi Armida… è tutta la sera che ti aspetto, finalmente sei arrivata”
LA VISTA: (guardando il pubblico) “Bene, finalmente vede”.
Calano le luci sulla scena.
Fine


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