mercoledì 31 luglio 2013

sabato 24 novembre 2012

Monologo di un omosessuale

Sì, è vero, ho un delirio di onnipotenza e allora?
E allora cosa volete che vi dica? Mi guardo intorno e vedo lo schifo. Mi guardo intorno e vedo burattini, gente mascherata, costruita, finta. Vivono la loro vita seguendo alla lettera quello che qualcuno – dall’alto – gli ha fatto credere sia la “giustezza”. 
Lottano per quella giustezza, sgomitano per quella giustezza, fanno tutto e solo in nome di quella giustezza. 
Ammazzano, pensate. Perché quando poi arrivo io – l’omosessuale – quando poi arrivo io, sì… con una camminata ancheggiante e gli occhi truccati, allora vedete bene… sì, sì … vedete bene come mi guardano, ridacchiano tra le righe: “è arrivato il frociooooo”.
Sì, sono frocio, una checca, sono il gay e allora?
Faccio un sesso da Dio, bella gente… e voi? Quanti di voi  scopano come se non vi fosse domani? Quanti di voi scopano veramente come vorrebbero? Io ho il delirio di onnipotenza perché la vostra ignoranza mi ha portato a capire che siete inferiori. Che non capite, che la democrazia è sbagliata, che ci vorrebbe l’oligarchia: il governo di pochi eletti. Eletti da una cultura, da un’emozionalità sincera, non forgiata - né farcita - di dogmi, di sovrastrutture. Il matrimonio, la coppia, l’amore, i figli sono tutte cose che potrebbero essere giuste di per sé.
Il matrimonio è: l’amore tra due persone. E per “persone” intendo “esseri umani”. Niente sesso, genere, sessualità, parlo solo di esseri umani.
La coppia è: l’unione di due individualità, un io ed un tuIo e tu già formati, già esistenti a prescindere dalla coppia ma che insieme si fondono per creare una danza di leggiadre ballerine che lentamente li elevano dal suolo, dalla terra, dall’umanità. 
Ecco perché il matrimonio potrebbe, se non strumentalizzato, essere bello: perché l’amore tra i due è spirituale e, come tale, merita di essere spiritualizzato, santificato, elevato. E dunque sposateviiiii! Ma fatelo come volete! Con il vostro uomo, la vostra donna, col vostro cane. Festeggiate la vostra unione ma fatelo come sentite! Con un amico che vi sposa, con un prete, con uno sciamano, con una fatina colorata, come volete... Fatelo. Però, fatelo solo quando “sentite” di esservi elevati. Quando c’è l’unione di due entità che si fondono come in una reazione chimica. Fatelo solo quando si è generato davvero un nuovo elemento… mi sposerò io un giorno. Magari me ne vado in Spagna o chissà dove. Non qui in Italia però, qui non si può, è peccato.
Qui è peccato vivere secondo il proprio bisogno, la propria coscienza. Qui non potrei mai avere dei figli. Quanto piango all’idea che potrei non adottarne mai nessuno, quanto piango… E pensare che certi bambini passano l’infanzia in orfanotrofio senza amore, senza famiglia. E io lo so che un giorno potrei dare una famiglia. Ma, figurarsi i commenti della gente: “un figlio di un frocio? Ma è contro natura!”. 
Anche i vostri bambini viziati che scherniscono i loro compagni più deboli sono contro natura. 
Ieri si è ammazzato un quindicenne, un quindicenne che si metteva lo smalto rosa. 
Si è ammazzato perché si sentiva solo, abbandonato. Perché i compagni lo chiamavo “checca”. Perché aveva paura di dirlo ai genitori. Perché questo mondo è omofobo e mi fa schifo. E io mi sento in colpa, tanto in colpa. E mi dispiace, sì, mi dispiace. Mi dispiace perché io non ho potuto fare nulla per lui. 
Ha incontrato solo schifo in giro, povero diavolo. 
Indiavolato dalla sua omosessualità, messo in croce per la sua omosessualità. 
Povero diavolo, povero Cristo. 
Sì, era un frocio e anche io sono frocio! E allora? Volete ammazzarmi? 
Vi ammazzo io con una domanda prima che voi possiate ammazzare me:
quanti di voi vivono seguendo davvero ciò che sono?

Non rispondete di getto, pensateci su.
Buonasera a voi.



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giovedì 22 novembre 2012

LA BAMBINONA SENZA OCCHI



C’era una volta una bambinona poco aggraziata
tutta sorrisoni, mezza fatata,
lei delle guerre non voleva parlare,
solo di Dio voleva chiacchierare.

“Misericordioso d’amore e tanto buono!”,
sempre a cantarlo con grande frastuono!
Senza pensare che fuori alla parrocchia
la gente moriva sulle ginocchia!

Erano poi quelli i giorni della Palestina,
foto terribili tutte in vetrina:
bambini spappolati, morte perenne,
solo qualcuno se ne salvava indenne!

Ma lei, sorridente, continuava a cantare
un inno a Dio ed uno al suo compare:
San Pietro, la Madonna e lo Spirito Santo,
senza ascoltare tutto quel pianto!

Mentre mi crogiolavo su quelle foto schokanti
e ne discutevo con intellettuali latenti
mi toccava guardare quel sorriso malato
della bambinona che, imperterrita, continuava senza fiato
a dir che negativo è chi guarda alla realtà
e a dir che è positivo chi la vede per metà:
solo dentro alla parrocchia senza buttar l’occhio più giù
dove morte, disperazione ed amarezza
la fan da padrona senza troppa bellezza!

Quindi spero proprio bambinona senza occhi
che tu possa riaprirli e non ignorar questi pastrocchi
perchè con la tua preghiera sempre morti saranno
e solo con l’indignazione forse un po’ vivi torneranno
magari perché non ci sarà più alcuna Shoa
per Cristo, Buddah, lo Spirito o per Allah!


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sabato 13 ottobre 2012

Dialogo tra Stefano ed Egle dopo la guerra


“Egle, non sembri più tu.”

“Sono io, sono io invece, ti sbagli. Forse sarò invecchiata.
Sette anni non sono pochi e poi trascorsi lontano da te.
E la guerra. La guerra che ci ha lasciato mani ancora più vuote …”

Appoggia la fronte sulla mano destra e piange.

“Che piango a fare! Sei qui ora e la guerra è finita!”

“Nonostante gli anni sei sempre bella, anzi, sembri più bella di prima. Sarà la vita trascorsa che ha aggiunto alla tua bellezza un fascino che non avevi prima, amor mio.
Una bellezza sfuggente. Sì … Che mi sfugge.”

“Il tempo sfugge Stefano. Soprattutto quello strappato, rubato, quello che mai verrà restituito … E noi ci amavamo così tanto. Tanto, tantissimo. Avrei voluto farmi piccina per entrare nel tuo cappello da ufficiale quando alla stazione lo sventolavi per salutarmi, mentre il Capotreno vi ordinava di salire. 
Con un tono violento... violento come il nostro distacco.”

Esita.

“Hai ragione tu Stefano, non sono più io.”

venerdì 1 giugno 2012

La bisbetica indemoniata

Lei è bisbetica, cattiva e montata,
ha gli occhi rossi da indemoniata,
parla ridendo dell’altra gente,
ride di tutti e non gliene frega niente!


Il caso la fece regina di un regno,
grande, maestoso, dove senza ritegno
governava scorbutica ed incattivita,
tiranna feroce e assai inviperita!


Cucinava la gente oppure la picchiava,
delle volte per noia se la mangiava!
Soprattutto se giovani e vigorosi,
non voleva rivali nei salotti sontuosi.


Sapete che non bado giammai all’apparenza,
non riuscivo a capire cotanta violenza!
Mangiava giovani, ragazzi e ragazze,
della sua portata non c’erano altre pazze!


Solo si circondava di gente indifesa
che non poteva superarla nella contesa,
gente asservita e sorridente,
gente capace di contraddirla su niente!


La presi di mira e volli incalzarla:
“tu di tiranneggiare devi piantarla!
Se non lo farai, riaprirò nel tuo cuore
la ferita che ricorda una vita senza amore”


Gridò disperata e con gli occhi infuocati:
“Non parlar mai d'amore a noi indemoniati,
perché sciolto l’incantesimo subito torniamo
l’essenza di niente dal quale veniamo”.


E mentre proferiva le parole confuse,
si sciolse e di essa poco rimase:
un fiore seccato senza essenza di vita,
vissuto nella rabbia e passato a miglior vita.

pensierino dedica agli studenti-lavoratori (inserito in tesi)

Al ragazzo che di giorno fa il programmatore Java e che la sera studia Filosofia. A chi fa il Dottorato e nel frattempo impara sul campo il mestiere di copy-writer. A chi prima di andare a lavoro si sveglia presto per ripassare l’esame. A chi prende i permessi studio. A chi è senza contratto e i permessi studio nemmeno ce li ha. A chi lavora come segretaria perché nel frattempo si specializza in Psicologia. A chi ama studiare a prescindere dalla fatica. A chi studia di notte, a chi studia all’alba, a chi lo fa di sera, in pausa pranzo, in treno e prima di andare in palestra. A quelli che credono che studiare Lettere e Filosofia abbia ancora un senso.

A tutti noi eroici studenti-lavoratori. 

martedì 1 maggio 2012

pensierino del 1° maggio.

auguri a chi c'ha un lavoro, a chi non ce l'ha (magari da poco), auguri al cassaintegrato, a quello in mobilità, alla sostituzione maternità che a settembre finisce; auguri al sole che lavora tutti i giorni (inclusi natale, pasqua e feste comandate). auguri a chi è disoccupato, a chi non si accontenta, a chi non si ferma, a chi cerca lavoro e spera di non trovarlo, a chi si dimette e poi si pente; auguri a chi si è dimesso, ha cambiato tutto ed è contento. auguri al contratto a progetto, a chi c'ha la collaborazione occasionale, a chi è a P. Iva ma fa il subordinato, al sindacato che si diverte a fare i dispetti all'azienda più che ad aiutare i lavoratori. auguri agli italiani che fanno ricerca all'estero. auguri a me che so' pure studente. auguri a chi è fetente e con due anni di Senato oggi sta in pensione, auguri a chi sta dentro a qualche centro commerciale a servì caffè. auguri alla vita inutile di chi sta bevendo quel caffè nel centro commerciale. auguri alla mia vena polemica che lavora pure oggi. auguri a me, a te, auguri a tutti. 

auguri a tutte le facce del precariato.